– fusione delle parole “Boffa l’Ora”, o “Boffa l’Aura” che significa “Soffia il vento”. Questa tesi è credibile anche per la particolare situazione geografica del paese, che si estende in parte su una zona rialzata della Pianura Padana;
– deformazione delle parole tardo-latine “Bufalus Ora” – “Zona dei bufali” (la zona nell’alto medioevo era paludosa e con fitta vegetazione, per cui probabilmente vi poteva essere una presenza di questi animali).
Il primo insediamento nel luogo è documentato nel 1180–1190, durante i lavori di realizzazione del Naviglio Grande. Probabilmente il paese è nato come cantiere stabile per gli scavi, e in seguito si è evoluto in un vero e proprio borgo grazie alla sua posizione strategica dovuta alla vicinanza alle acque del Ticino e ai suoi ricchissimi boschi, al passaggio del canale, ai terreni fertili e alla distanza intermedia tra i centri abitati di Milano e Novara.
Boffalora sopra Ticino è stato teatro di numerosi scontri, tra cui quello tra Federico II e le forze milanesi nel 1245. Risale al 1346 la più antica citazione ritrovata relativamente ad una bocca aperta sul Naviglio, chiamata ‘Cornice’, di proprietà della nobile famiglia Crivelli. Essa sarà importantissima per l’utilizzo delle acque legato alle attività agricole, artigianali ed industriali. Nel 1396 a Pavia fu rogato l’atto di donazione delle terre appartenute a Gian Galeazzo Visconti a favore dei monaci certosini, quale rendita destinata alla fabbrica di un monastero ed alla relativa donazione: tra queste terre era compresa anche l’area di Boffalora.
La storia del paese è inoltre strettamente legata al Barchètt, un servizio di trasporto fluviale lungo il Naviglio che collegava Boffalora a Milano, documentato sin dal 1645 e continuato fino all’inizio del XX secolo. Il 1700 vide il paese al centro dell’interesse di numerose famiglie nobiliari milanesi, che vi stabilirono dimore di villeggiatura (oggi ne sopravvivono due: Villa Calderari e Villa Giulini, appartenute ale rispettiva famiglie).
Con la calata napoleonica in Italia, Boffalora si trovò sul fronte degli scontri. Napoleone fece costruire un ponte in granito (tuttora esistente), rendendo più rapidi gli spostamenti di truppe. Il ponte costituiva il fulcro strategico delle operazioni militari del generale, ed era un obiettivo primario per tutti gli schieramenti.
Il 4 giugno 1859, durante la Battaglia di Magenta, le forze Franco-Piemontesi e gli Austriaci vennero a contatto sul territorio di Boffalora, per poi spostarsi con l’avanzamento delle forze d’oltralpe verso il più grande centro abitato di Magenta.
Nel 1868 un’alluvione portò il Ticino a straripare. Le acque si fermarono dopo aver invaso il Santuario dell’Acquanera, dove è ancora riportata la quota raggiunta dal fiume, ai limiti dell’abitato.
Nel Novecento il paese crebbe di dimensioni e nuovi insediamenti agricoli vennero fondati nei dintorni. Durante la Seconda guerra mondiale le postazioni sul Ticino ritornarono ad assumere il loro luogo strategico grazie al ponte sul fiume, punto chiave delle comunicazioni italo-tedesche, che sopravvisse agli intensissimi bombardamenti alleati del 1943. La presenza del ponte e delle industrie della zona portò un grande dispiegamento di forze di contraerea tedesche e repubblichine durante l’ultima fase del conflitto, protette all’interno dei fitti boschi, finché, nell’aprile 1945, il paese venne liberato dagli Americani.
Molti furono i personaggi che incrociarono le loro vite con quella boffalorese. Di questi e di tutte le informazioni relative alle vicende e alle bellezze de nostro paese, potete trovare notizia nelle numerose pubblicazioni esistenti e, in particolare, nella guida turistica ‘Scoprire Boffalora’, realizzata nel 2011 da Ermanno Tunesi, in collaborazione con l’Associazione Storica ‘La Piarda’ e l’Amministrazione Comunale.
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